Ricerca Costa Pittura Nell Ottocento

June 23, 2018 | Author: Daniel Vissi | Category: Portrait, Milan, Arts (General), Paintings
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chitarrainitalia.it 22 giugno 2010 CARLA COSTA LA CHITARRA IN ITALIA NELLA PITTURA DELL’OTTOCENTO Pur essendosi manifestato con connotazioni diverse in varie epoche della cultura occidentale, l’interesse per l’antico assunse un particolare significato a partire dagli ultimi decenni del Settecento. Nato in seguito alla suggestione del rinvenimento dei modelli dell’arte classica negli scavi di Ercolano e Pompei, iniziati nel 1738, il Neoclassicismo si sviluppò come una rilettura e una riscoperta dei valori estetici dell’antichità classica, in contrapposizione agli eccessi del Barocco e al disimpegno del Rococò. Si ritrovano, infatti, nell’arte e nella letteratura antiche, una bellezza ideale, una grazia perfetta, che sarebbero state in origine l’espressione di un animo in quiete, non turbato dalle umane passioni, di una serenità che negli antichi greci nasceva dall’armonia dei loro rapporti con la natura e con il cosmo. Questa visione del mondo e dell’uomo antichi, in realtà idealizzata e talora convenzionale, raggiunse l’apice nell’età napoleonica soprattutto attraverso le arti figurative e in campo letterario. In linea con questo revival di stampo classico fece la sua comparsa tra la fine del Settecento e il primo ventennio dell’Ottocento la lira-chitarra, 1 strumento che riecheggia le sembianze della lira, con funzione poetica ed evocativa di memorie classiche e di rimandi mitologici. Interprete dell’estetica musicale di quegli anni e del rinnovato interesse verso gli strumenti antichi, la lira-chitarra è in realtà una chitarra a sei corde con una cassa armonica, da cui partono due bracci laterali, più o meno curvi e ornati, traendo ispirazione nella forma dalla lira greca. 2 Grazie alla maggiore ampiezza della cassa di risonanza, possedeva una voce più grave e dolce di quella della classica chitarra, adatta per l’accompagnamento al canto, come sfondo nelle serate musicali dei salotti aristocratici. In seguito alla crescente notorietà che assunse a Parigi a partire dalla fine del Settecento, lo strumento trovò, in breve tempo, largo consenso nelle maggiori corti europee per tutto il primo ventennio dell’Ottocento. Suonavano la lira-chitarra personaggi quali Maria Antonietta d’Austria, Maria Luisa Willibrord Joseph Mähler, Ludwig Van Beethoven, 1804, d’Austria, la baronessa Anne Louise Germaine olio su tela (Vienna, Historisches Museum der Stadt) de Staël, il tenore Fabry-Garat e il cantante di lieder Johann Michael Vogi. 3 Anche Ludwig Si può collocare la nascita della lira-chitarra intorno al 1780, quando il liutaio parigino Mareschal codificò ufficialmente lo strumento con l’appellativo di ‘lira-Anacreontica’ volendo ricordare il poeta greco Anacreonte. Si rimanda a E. VULPIANI, Lira-chitarra, étoile charmante, tra il XVIII e il XIX secolo, Roma, Tipolitografia Laripress, 2007, pp. 15, 19-20. 2 Cfr. S. BONI, Luigi Mozzani, la chitarra-lyra e l’incontro con Carducci, in Qual musica attorno a Giosuè. Nel centenario della morte di Carducci, a cura di P. Mioli, atti del convegno (Bologna, Accademia Filarmonica, 28-29 settembre 2007) Bologna, Pàtron, 2009, p. 276. 3 E. VULPIANI, Lira-chitarra, étoile charmante, tra il XVIII e il XIX secolo cit, p. 9. 1 1 VULPIANI. 5 Mario Praz dedica al tema della dama con la lira un intero capitolo nel suo fondamentale testo Gusto neoclassico. SORAVIA. Il dipinto rivela l’influenza esercitata da Jacques Louis David. 5 Nel contesto culturale neoclassico la lira-chitarra assunse ben presto. Giacomo Berger in La Pittura in Italia. L. decorati con intarsi raffiguranti scene mitologiche in stile greco-romano e decorazioni floreali. sul cui sfondo si scorge un tempio neoclassico. agli inizi dell’Ottocento. L´Ottocento. si affianca la riscoperta dell’antico. divenne tema ampiamente diffuso nell’arte del ritratto.van Beethoven si fece ritrarre da Willibrord Joseph Mähler con una lira-chitarra. figlia di Ferdinando IV Jacques Berger. il motivo della dama in veste di Musa. su cui il pittore pone la propria firma. Gusto neoclassico. di re Carlo Felice e della regina Maria Cristina. tra il XVIII e il XIX secolo cit. una funzione estetica. in atto di reggere o di suonare strumenti quali la lira. p. La lira-chitarra. ‘Nouvelle Lyre’. eseguito nel 1816 dal pittore Jacques Berger. quali Neoclassicismo e Romanticismo. la lira-chitarra. 1816. come vero e proprio oggetto d’arte. 4 Nei salotti aristocratici la lira-chitarra era destinata solitamente alle dame tanto che. in piedi.Napoli 1822) studiò tra il 1779 e il 1782 all’Accademia di pittura e scultura di Torino sotto la guida di Laurent Pécheux.cfr. che consentiva di appoggiare lo strumento a terra. etoile charmante. 6 E. del ‘bello’. con il capo cinto da corona di alloro. 7 Jacques Berger (Chambéry 1754 . BUR. 2 4 . e di Genevese. In questi anni i liutai trovarono ampio campo di applicazione della loro estrosità realizzando numerosi modelli di lira-chitarra. da dove invia a Torino i due grandi ritratti. ancora oggi ubicati nel Salone da Caccia del Castello di Agliè. Nel 1784 si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia di Francia. Il pittore rientra a Torino nel 1797 durante il periodo francese e partecipa alle commissioni locali per la spogliazione delle opere d’arte di Palazzo Reale da inviare ai musei di Parigi. ‘a palme’. re di Napoli e di Sicilia. olio su tela (Agliè. Lira-chitarra. posto alle spalle della nobildonna. II. la chitarra o l’arpa. ‘a colonne’. della quiete. 6 La maggioranza dei modelli di lira-chitarra aveva un basamento nella parte inferiore. elemento decorativo indispensabile nel salotto in stile impero. 23-28. pp. 688. Electa. Ritratto di Maria Cristina. 7 A partire dalla seconda metà del Settecento si assiste ad un complesso intreccio tra le principali tendenze culturali del tempo. duchessa del di Borbone. M. 1990. All’interesse scientifico per la natura e alla sua connotazione gloriosa e terribile che porterà al concetto di ‘sublime’. 306-313. Milano. Tra il 1806 e il 1809 è direttore dell’Accademia di Napoli. è qui posata su un ampio sofà in stile impero. insieme all’arpa. in un contesto naturale. ‘Apollo-lira’. simbolo dell’antico mondo greco-romano. come possiamo vedere nel ritratto di Maria Cristina di Borbone. PRAZ. Milano. che segnò l’inizio della sua carriera di pittore. Castello) Maria Carolina d’Asburgo Lorena. 1991. pp. che Berger ebbe modo di conoscere durante un soggiorno a Roma e di cui rappresentò un importante tramite con il Piemonte. in cui ha modo di conoscere Jacques Louis David e di partecipare nel 1786 ad una fortunata esposizione a Villa Medici. nata Trenta. Alessandro Tosi 9 identifica il personaggio raffigurato con Olympia Cenami. compositori e pittori. Il dipinto. Il loro figlio Lorenzo (1792 . per la precisione Apollo-lira. il quale gli fa ottenere importanti commissioni per copie di pitture e sculture. che raffigura una dama in vestito rosso. Barnard Castle) Anonimo (XIX sec.Di grande fascino è l’opera eseguita dal lucchese Pietro Nocchi 8 nel 1811. come si può dedurre dal sole presente sia sulla paletta sia sulla buca a rappresentare simbolicamente il dio Apollo. Tornato a Lucca nel 1806. si iscrive all’Accademia di San Luca. 10 Teresa Bottini. principessa di Lucca e Piombino. olio su tela. 1820-21. A. quasi sempre di piccolo formato. 31. pur frequentando lo studio romano del padre Bernardino. olio su tela. 939. 9 A. Pietro Nocchi. rivelano una pittura elegante e raffinata oltre ad una notevole capacità di reinventare ogni volta formule compositive originali. ma un confronto tra i due dipinti non conferma pienamente questa ipotesi. Elisa Bonaparte Baciocchi.. I ritratti. conservato nel Barnard Castle a Durham. p. che le valsero l’ammissione all’Accademia Filarmonica di Bologna nel 1820 e la 3 8 . in «Paragone». dama di compagnia di Elisa Baciocchi.). L´Ottocento cit. TOSI. la quale fu patrona di musicisti. Pietro Nocchi in La Pittura in Italia. poi granduchessa di Toscana. si dedica con successo alla ritrattistica di tipo ufficiale. 59. Dama con apollo-lira. Civico Museo Bibliografico Musicale) La dama ritratta apparteneva con ogni probabilità alla cerchia della sorella di Napoleone. 1992. appena insediatasi. promossa e favorita da Elisa Baciocchi. ricordata per le sue eccezionali doti musicali di arpista e per le sue composizioni di musica sacra.Lucca 1854). fu sposa del marchese Giovanni Battista Bottini (1735 . 52-61. n. La dama del dipinto potrebbe essere invece la nobildonna Teresa Bottini. è noto col titolo Lady with harp-lute. 67. eseguiti in questo periodo per Elisa e per le famiglie ed i personaggi appartenenti all’entourage della corte.5 cm (Bologna.2 cm (Durham. sede del Bowes Museum. seduta in un interno in stile impero.1881).1808) più volte ‘anziano’ della Repubblica di Lucca.5 x 52. XLIII. consigliere di Stato sotto i Borboni.7 x 48.1858). fu sposo ed erede della fortuna di Marianna Andreozzi Motroni (1802 . anche se è più corretto utilizzare per lo strumento raffigurato il termine di lira-chitarra. che era stata già ritratta da Pietro Nocchi nel 1809. Per Pietro Nocchi ritrattista. 1811. pp. Marianna Motroni Andreozzi. TOSI. dove viene apprezzato da Antonio Canova. 10 che faceva parte della corte Pietro Nocchi (Roma 1783 . The Bowes Museum. alla francese. n.’ Cfr. cioè dopo la sua ammissione alla Filarmonica. e intento a sfogliare un volume di incisioni che riproducono le sculture antiche della prestigiosa collezione di famiglia.23 febbraio 2003). un ritratto di Camillo Borghese. su disegni realizzati nel 1792 dallo stesso Bernardino Nocchi. BALLAIRA. subentra al maestro nella carica di pittore dei Sacri Palazzi Apostolici. Silvana Editoriale. 200-230.Roma 1812) dopo un lungo apprendistato a Lucca sotto Giuseppe Antonio Luchi. dandole il manico della Chitarra a sei corde. tra il 1798 ed il 1799. consorte di Paolina Bonaparte Borghese. 55. A Bologna è conservato un ritratto di Marianna. occupandosi della decorazione della Biblioteca Vaticana e del Museo Pio Clementino. 12 E. a cura di M. la sua forma elegante e pittoresca avea in sul partecipazione a numerosi concerti alla corte di Elisa Baciocchi. il cui autore rimane ignoto.della duchessa. eseguito nel 1820. l’interesse per la lira-chitarra venne meno con la fine della stessa età napoleonica. per la prima volta da solo. Nocchi segue anche le lezioni all’Accademia di San Luca e dà inizio all’attività di ritrattista. come quella relativa al palazzo papale di Castelgandolfo e. esibendosi spesso in compagnia di altri personaggi aristocratici come cantante e suonatrice d’arpa e il cui figlio Lorenzo sposò la celebre arpista Marianna Motroni Andreozzi. 12 L’originalità di questo ritratto maschile è data dalla rappresentazione intima e familiare del giovane principe. Torino. Allemandi. Artisti e musicisti a Bologna dal ’500 al ’900. pur essendo riportate sull’arpa le iniziali ‘S. 11 aveva realizzato. Le stanze della musica. Palazzo di Re Enzo e del Podestà. Nel 1780. richiedendo dunque una certa abilità per essere imbracciata. nel 1773. 23 novembre 2002 . sopra ad un libro di musica. Ritratto di Camillo Borghese. che gli era stato maestro per quasi tre anni. a cui si dedicherà per tutto l’arco della sua vita. S. Sullo sfondo dell’opera si può scorgere il tempio di Esculapio del giardino del lago di villa Borghese sul Pincio a Roma. p. Nel 1772 Bernardino si associa a Lapiccola nella conduzione dello studio. Camillo e Paolina Borghese. accompagnato da Stefano Tofanelli. Galleria Sabauda) al suo fianco. 2002. Il dipinto raffigura il principe in tenuta repubblicana giacobina. anche sotto la direzione di Niccolò Paganini. Il punto su Bernardino Nocchi. p. a testimonianza della sua adesione alla cultura degli anni rivoluzionari e napoleonici. in Le delizie di Stupinigi e della ‘Danae’ del Correggio: Camillo Borghese tra impero e restaurazione. portando avanti importanti imprese decorative. struttura che lo stesso principe aveva commissionato negli anni 1785-87 agli architetti Antonio e Mario Asprucci. pp. seduto con un piede appoggiato sul dorso del suo cane e con Bernardino Nocchi. Come attesta anche la documentazione iconografica.O. Il padre di Pietro. Inoltre la lirachitarra era scomoda da suonare. si cercò infatti «di far risorgere la Lira. Milano. la decorazione della galleria del palazzo del cardinale Gianfrancesco Stoppani. costringeva ad una posa forzata. 1798-99. olio su una chitarra a sei corde posata sull’erba tela. Medica. in «Labyrinthos». Bernardino Nocchi. Di Macco. 1997. Come afferma Pietro Lichtenthal. 11 Bernardino Nocchi (Lucca 1741 . RUDOLPH. nel 1769 si reca a Roma. 140. 74 x 62 cm (Torino. catalogo della mostra (Bologna. Insieme iniziano a frequentare lo studio del calabrese Nicola Lapiccola. 4 . a cura di M. che ne aveva decretato la fortuna. 7-8. 1985. 16 Questa miniatura su avorio fu P. compositrici e musiciste d’Italia cit. la quale. fu costretta a riprendere i viaggi. cantò poi a Trieste nel 1800 e l’anno successivo alla Scala di Milano. Milano. Fu poi attiva nei maggiori teatri d’Europa e tornò a Parigi nel 1814. 13. 12 x 10 cm (Collezione privata) A testimonianza dell’utilizzo dello strumento da parte di cantanti d’opera rimane il ritratto del soprano Angelica Catalani 15 realizzato da Jean-Urban Guérin. JEANNERAT. P. diametro 7.principio avuto incontro. p. n.8 cm (Parigi. 15 Angelica Catalani. assistiamo dunque alla ricomparsa della chitarra nella ritrattistica. ADKINS CHITI. Maria F. P. acquarello su avorio. Madame Catalani. 14 Jean-Urbain Guérin. Portrait de Mme Angelica Catalani. È noto infatti che erano solite accompagnarsi con la chitarra cantanti come Giuseppina Grassini (1773 1850). e la cui armonia è più piena e più aggradevole». compositrici e musiciste d’Italia. dove frequentò gli altri artisti alsaziani presenti nella capitale.. originaria di Senigallia. C. soprattutto associata a personaggi femminili. pp. 174-175. si ritirò nella sua villa presso Firenze. 14 13 5 . 6.1884) e Barbara Marchisio (1833 . pp. primedonne. LICHTENTHAL. una volta chiuso il teatro. Almanacco delle virtuose. che operò all’ombra dei più celebri miniaturisti Jean-Baptiste Isabey e Jean-Baptiste Jean Augustine. dove rimase tra il 1806 ed il 1812 ottenendo un successo strepitoso. in «Gazette des beaux-arts». Département des Arts Graphiques) André Leon Larue. ma poco dopo si ritornò di nuovo alla Chitarra. in particolare Jean-Baptiste Weyler. Musée du Louvre. De Agostini. Adelaide Orsola Appignani (1807 . 1922. pp.1919). particolarmente presso il bel sesso. assise. miniatura su avorio. 266-267. quando Luigi XVIII le affidò la direzione del Théâtre Italien. Cfr. anche se la sua opera è stata rivalutata dalla critica agli inizi del Novecento. Guérin fu artista modesto.1836). 353-364. Ma il marito amministrò male il teatro. 1826. L’artista partì in seguito per Londra. che operano in campo musicale. 13 Nel secondo decennio dell’Ottocento. jouant de la guitare. Dizionario e bibliografia della musica. Fontana. ADKINS CHITI. A Lisbona sposò un ufficiale francese che la portò a Parigi. detto Mansion. che è più comoda a tenersi. Novara. Almanacco delle virtuose. Dopo il 1830. 16 Jean-Urbain Guérin nacque a Strasburgo nel 1761 e si trasferì a Parigi nel 1785. dove fu ascoltata e notata da Napoleone. Les petits portraits dans le goût pompéien de Jean-Urbain Guérin. II. confidando unicamente nel favore popolare verso la Catalani. Malibran (1808 . primedonne. esordì al teatro La Fenice di Venezia nel 1797. 1991. Garzanti. che lascia supporre una derivazione successiva sulla base del modello di Guerin. Opera dedicata alla gioventù nella quale si danno i principij dell’arte di dipingere i paesi. Ritratto giovanile di Ciro Menotti 20 che suona la chitarra. TICOZZI. tempera su avorio. Zuccotti. che ne decreterà il declino. Della stessa cantante esiste un’altra miniatura.M. la quale aveva introdotto l’utilizzo di sottili ‘tavolette’ di avorio come supporto. legata alla sfera degli affetti. 21 Troviamo testimonianza della diffusione di questa attività miniaturistica anche nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis. 18 come attesta l’iscrizione presente sull’opera. 2001. p. l’oro in conchiglie.). Milano. B. 1820-30. Lavorò per qualche tempo per la fabbrica di porcellane di Sèvres. F.eseguita presumibilmente agli inizi dell’Ottocento. i fiori. Vallardi. S. venivano distribuiti. ma soprattutto privata. Galeazzi. molto vulnerabili – veniva infine protetta con un vetro leggermente bombato. Skira. Possiamo però osservare che mentre la figura ritratta da Guerin mostra somiglianze con l’altro celebre ritratto eseguito nel 1806 da Élisabeth Vigée-Le Brun. soggetto a leggere deformazioni legate alle condizioni atmosferiche e agli sbalzi di temperatura. 1989. A. in luogo della pergamena 19 e stava vivendo in questo periodo l’ultima importante stagione. Trattato di miniatura per imparare facilmente a dipingere senza Maestro. a cura di B. 21 Il Museo Civico del Risorgimento di È però difficile. Tra il 1808 ed il 1834 Mansion ebbe occasione di esporre le sue opere al Salon de Paris.5 manuali di miniatura. P. FALCONI. sciolti in acqua con la giusta dose di gomma arabica e con l’eventuale aggiunta di un pezzetto di zucchero candito per dare maggiore brillantezza alle tinte. 1758. La superficie così dipinta. FOSCOLO. quando. detto Mansion. in Giambattista Gigola e il ritratto in miniatura a Brescia tra Settecento e Ottocento. 1820. Ultime lettere di Jacopo Ortis. i ritratti. 9-10. la miniatura di Mansion è caratterizzata da una esecuzione abbastanza convenzionale e statica della figura. che presenta stringenti analogie con la precedente. e la dichiarazione di molti Segreti per fare i più bei Colori. “punteggiato” e “tratteggiato”. Mazzocca. 17 Questa seconda ‘versione’ della miniatura di Angelica Catalani fu eseguita presumibilmente da André Leon Larue. «I colori. La funzione sociale. 20 Questi manuali furono dati alle stampe a Milano tra la seconda metà del Settecento e gli inizi dell’Ottocento: G. fissato all’avorio lungo i margini da una sottile pergamena che sigillava l’opera a tergo. secondo due metodi di stesura. che favorirono cm (Modena. pp. tutti a base d’acqua. Jacopo giungendo a casa di Teresa trova la sua amata «seduta miniando il proprio ritratto». giungere ad un’ipotesi definitiva. Milano. e la vernice della china. 19 L’avorio consentiva infatti la creazione di particolari effetti di luce nelle parti risparmiate dai tocchi di colore ad acqua. e G. 18 André Leon Larue. del ritratto in miniatura ne aveva decretato un successo intensificato anche dalla pubblicazione di veri e propri Giuseppe Fantaguzzi (attr. Milano. senza impedire al supporto. U. estremamente delicata – essendo i colori. diametro 7. Nel 1829 e nel 1831 espose a Londra alla Royal Academy. Il ritratto in miniatura a Brescia tra Settecento e Ottocento. allo stato attuale delle conoscenze. quando la cantante si trovava a Parigi. colla maniera di far l’oro brunito.. 10. GALEAZZI. tanto da far ipotizzare che una delle due opere debba essere stata utilizzata come modello per l’altra. ecc. di muoversi e traspirare». detto Mansion (Nancy 1785 . il 26 ottobre. Milano. Falconi. L’arte del ritratto in miniatura aveva avuto il momento di massimo splendore nel primo Settecento con l’opera di Rosalba Carriera. 6 17 . poiché i due artisti a cui sono attribuite le miniature furono pressoché contemporanei. dopo il primo abbozzo. prima dell’avvento della fotografia nel 1839. stamperia G. Il maestro di miniatura a guazzo ed all’acquarello. Museo Civico del Risorgimento) l’esperienza autodidatta.Parigi 1843) si formò presso suo padre Jacques Larue ed in seguito presso il maestro di miniatura Jean-Baptiste Isabey. come è noto. ALFIERI. p. il quale venne ritratto da Anne-Louis Girodet de Roucy Trioson a Parigi. GARUTI. Ugo Bassi.1841) chitarrista. Approccio all’iconografia su Ciro Menotti. compositore e didatta dello strumento. p. quali Vittorio Alfieri. che m’insegnava suonar la chitarra. di cui l’uno mi sollevava dalla angoscia per me sì nuova (dell’applicar seriamente allo studio) col suonarmi la cetra. Grazie all’intensa attività ritrattistica di questi anni e alla riproduzione meccanica delle immagini. 23 Come narra nell’Epoca Quarta della sua Vita. Vittorio Alfieri nel 1775 si trovava a Cezannes. 1999. oltre l’Abate letterato. e di lavorare efficacemente a disrugginire il mio povero intelletto.Modena conserva un ritratto di Ciro Menotti in miniatura realizzato a tempera su avorio e attribuito al pittore modenese Giuseppe Fantaguzzi (Modena 1771 . che si agguagliasse al trasporto che quel suono mi cagionava. aveva anche meco un Abate citarista. a partire dal 1796. 156. anno della sua invenzione. e pel quale una qualche disposizione avea. borgo tra il Piemonte e il Delfinato: «torno a quel mio ritiro estivo in Cezannes.?) chitarrista e virtuoso del mandolino. 7-8-9 maggio 1998). 17 x 12. Modena. quelli in cui mi venne pur fatto di raccogliermi in me stesso. che da giovane avea imparato. stampa di Etienne Bouchardy. né sul cimbalo. Passai così quell’estate fra codesti due Abati. attuata attraverso la litografia. Onde né in questo stromento. Bartolomeo Bortolazzi. V. dove. stromento che mi parea inspirare poesia. Spezzano. Giuseppe Mazzini. acquaforte di Johann Gottfried Scheffner. Con tuto ciò deliziosissimi momenti mi furono. Milano. Joseph Kattner. e Ferdinando Carulli (1770 . ma non poi la stabile volontà. in La congiura estense. città in cui il musicista trascorse gran parte della sua vita. Carpi. strumento che fu apprezzato. Del resto la musica costituiva una delle discipline formative dei giovani delle classi sociali più elevate e la chitarra in particolare ben si prestava ad un utilizzo più intimo nel contesto domestico. quali Bartolomeo Bortolazzi (1773 . 7 . 421. 22 Il patriota è raffigurato mentre suona la chitarra. l’altro poi mi facea dar al diavolo col suo francese.1837). 1977. anche da altri importanti esponenti della cultura e della politica tra Settecento e Ottocento. 23 Massimo D’Azeglio. su opuscoli. Ferdinando Carulli. non ho mai ecceduta la mediocrità. (Parigi. Garzanti. Il Fiorino. e dischiudere nella memoria le facoltà dell’imparare». ancorché l’orecchio e la fantasia fossero in me musichevoli nel sommo grado.5 cm (Parigi. ed utilissimi. Bibliothèque nationale de France) 22 Anne-Louis Girodet de Roucy Trioson. Vita. atti del convegno internazionale (Modena. Bibliothèque nationale de France) A. sono giunti fino a noi i ritratti di importanti chitarristi e compositori per chitarra dell’Ottocento. frontespizi e testi a stampa. 1829). un flautista. XVII. Monaco. Artaria (Copenhagen. il pianista J. Sul frontespizio della prima edizione. città in cui acquisì una crescente popolarità e consenso nell’ambiente musicale viennese. Nagler. pour le Piano Forte. Hummel. molto importante 24 Philipp von Stubenrauch (Vienna 1784 . Oevres 63.N. 506-507. in cui Giuliani è ritratto insieme agli altri musicisti. pubblicata da Artaria. il chitarrista M. il violoncellista Merck nell’orto botanico di Schonbrunn dal frontespizio della prima edizione di J. 24 pittore e incisore. uno dei più celebri è senza dubbio quello di Mauro Giuliani (1781 . Neues allgemeines Künstler-Lexikon. datata 1810.N. Guitarre. Oevres 63.Tra i ritratti di chitarristi ottocenteschi. le vesti dell’incoronazione del Regno Lombardo-Veneto. Clarinette et Basson (ou Flute et Violoncelle). Nel 1830. troviamo una piccola incisione.K. 66. disegnò il mantello dell’Impero Austriaco commissionato dall’Imperatore Francesco I d’Austria. a cura di G. e un flautista. Violon. 8 . il violinista J. il violoncellista Merck. Bibliothèque nationale de France) Il violinista J. Mayseder. Guitarre. Mauro Giuliani. ed eseguita su un disegno di Philipp von Stubenrauch. pp. di cui si conservano riproduzioni in tavole colorate a mano. Mayseder. alla presenza della famiglia reale e della corte. Questa miniatura. 66. Grande Serenade en Potpourri. The Royal Library) Per questa occasione. Vienna 1814-15. e nel 1838. Hummel. acquaforte di Johann Friedrich Juegel. fu direttore dei laboratori di costume dei teatri imperiali e illustrò i disegni originali dei creatori di moda viennesi. pittore ed incisore. pour le Piano Forte. con il pianista J. Sappiamo che Mauro Giuliani si trovava Vienna a partire dal 1808. 1847. Johann Nepomuk Hummel compose le Grandes Serenades en Potpourri.1848). Giuliani. di cui si conosce l’attività di esecutore di ritratti in miniatura. Hummel. edita da Artaria. quale doveva essere con ogni probabilità il modello da cui è stata ricavata questa incisione. Clarinette et Basson (ou Flute et Violoncelle). 25 x 19 cm (Parigi.N. Giuliani partecipò come chitarrista ad una serie di serate musicali nei giardini botanici del palazzo reale di Schönbrunn. Tra il 1814 ed il 1815. Violon. conosciuto attraverso l’incisione di Johann Friedrich Juegel. Philipp von Stubenrauch. 234. 48-52. Ritratto di Matteo Carcassi. La raffigurazione è caratterizzata da una grande naturalezza dei gesti e da un particolare realismo espressivo. 1993. in «Il Fronimo». biographical sketch. 40-41. Stiller. su una tela conservata presso la pinacoteca Ambrosiana di Milano. si deduce che furono eseguiti almeno altri due ritratti di Mauro Giuliani: «da una vostra seppi che si ritrova in vostro potere il ritratto che mi fece il Sig. Luni Editrice. Mauro Giuliani. 25 è citata nel fondamentale articolo di Philip J. tenetelo pure in segno di memoria. Da una lettera inviata da Mauro Giuliani il 23 luglio 1822 da Roma. 171-174. sposa del coreografo Pietro Angiolini. ROSSI . 180. Letron in disegno che si ritrova anche da voi. 1998. pp. in contrasto con lo sfondo paesistico in lontananza caratterizzato da tonalità scure. 1955. uno dei problemi più importanti che i chitarristi del primo Ottocento dovettero affrontare. in «Guitar Review». a norma del fatto di rimettermi l’altro ritratto che mi fece il Sig. 28 la ballerina francese Caroline Pitrot. pp. n. BONE. La Pinacoteca Ambrosiana. 26 P. 44 x 34 cm (Milano. per quanto riguarda la ricerca della posizione ottimale per suonare lo strumento. ROVETTA. Milano. Andrea Appiani. 1805-10 ca. Pinacoteca Ambrosiana) Jules David. HECK.A. un omaggio in occasione del bicentenario della nascita e un nuovo ritratto. IX. Milano. 27 Il maestro del Neoclassicismo pittorico lombardo Andrea Appiani (Milano 1754 . Parte seconda.ra si rileva». I colori della musica. 2004. n. Heck in un suo studio. come da v. e riportata da Marco Riboni. litografia (Parigi. 18. 82. nel suo fondamentale studio sull’iconografia chitarristica ottocentesca. pp. ma vi prego.poiché è una delle poche raffigurazioni rimaste di Mauro Giuliani. un aggiornamento biografico. anni ’30 dell’Ottocento. negli anni tra il 1805 e il 1810. n.J. 37. e poi per il mostruoso muso di Mauro che avete sempre voluto bene. p. M. XXI. Ritratto di Carolina Pitrot Angiolini. p. e so che vi sarà molto caro. RIBONI. Mauro Giuliani. olio su tela. Mauro Giuliani 1781-1829. Buzzi e M. prima per la mano dell’artefice. nell’atto di suonare una chitarra. Il ritratto di Caroline Pitrot è interessante da un punto di vista strettamente musicale. messo in rilievo dal calore della luce. a cura di F. 9 25 . Bibliothèque Nationale de France) Come spiega Mario Dell’Ara. 28 M. e me ne vanto.F. Navoni. «la chitarra dell’Ottocento è uno strumento decisamente più grande di quello barocco. 1981. all’amico editore Domenico Artaria. Bone 26 ed è stata in pubblicata da Thomas F. 27 T.1817) ritrasse. Electa. in «Il Fronimo». Nel ritratto. Arts. and is. Iconografia della chitarra. 22 e 23 luglio e ancora il 3 settembre. CARCASSI. città in cui raggiunse una vasta fama fino al 1840.1892) fu pittore. Carcassi assume una posizione adatta ad eseguire passi virtuosistici. 30 Nel ritratto del chitarrista e compositore Matteo Carcassi eseguito da Jules David. ma anche per i periodici. Osservando lo strumento dipinto notiamo inoltre alcune delle varianti introdotte nell’Ottocento rispetto alla chitarra sei-settecentesca. come si evince. e la diversa forma della paletta. n. Méthode complète pour la guitare: divisée en trois parties. and when touching his instrument. litografo e profondo innovatore nel campo dell’illustrazione della moda. Among the precocious instances of musical genius which we have recently heard. 100. 31. la stessa tipologia di tastiera del ritratto di Caroline Pitrot. 1836. in particolare Le Moniteur des Dames et des Demoiselles. Iconografia della chitarra. M. 32 celebre illustratore di moda e litografo. 34 poco dopo il suo debutto a Lione come bambino prodigio all’età di circa otto anni. He played with great éclat at the fête given last week by Lord and Lady Farnborough. Il ritratto è stato probabilmente eseguito intorno al 1836. secondo una moda diffusa soprattutto in Italia già dalla fine del Settecento. Schott & Co. I bambini-prodigio della chitarra nella prima metà dell’Ottocento. Matteo Carcassi (1792 . cui fornì una varietà di paesaggi e di interni di gusto gotico. Sciences. 1954. etc. of the name of Jules Regondi. pp. pp. P. oltre ai noti articoli del The Harmonicon. in «Il Fronimo». in due ritratti eseguiti nel 1831. Se in un primo tempo la stampa inglese accolse il piccolo chitarrista con un certo cinismo. We are so interested in him.. una delle figure principali del romanticismo chitarristico. mettendo il suo dono di osservazione e la facilità di matita al servizio degli editori di stampe. who plays the guitar like one of the little angels in a picture by Romano. Alla prima esibizione fu presente la Famiglia Reale e deve pure aver assistito a uno dei concerti Niccolò Paganini. and already in London he has been much noticed by her Majesty and many persons of distinction. 31 M. 18. 34 Regondi si esibì a Londra nel 1831 nei concerti del 22 e 29 giugno. which he does with wonderful skill and effect.1853). anche in questo articolo del The London Literary Gazette and Journal of Belles Lettres. we believe. 33 tale postura si affermò in seguito nella prassi concertistica. 32 Jules David (Parigi 1808 . XXV. He is the Paganini of the guitar. anno in cui si ritirò dall’attività concertistica. in occasione dei concerti tenuti a Londra. DELL’ARA. Paris. is a very striking object. 247-249. with flaxen hair hanging in a cluster over his shoulders. XI. 32. oltre alla paletta a forma di otto con sei piroli di legno posteriori infissi trasversalmente. 30 Ivi. in seguitò il tono si modificò fino a raggiungere note entusiastiche. ma verso la metà del secolo tocca già i cm 65». about to appear before the public in a concert. or some other great Italian painter. P. quali. che in questa prima fase troviamo sagomata a forma di otto. del 16 luglio 1831: «MUSICAL GENIUS.J. we have been especially delighted with a charming boy. 1997. una delle figure più importanti del panorama chitarristico ottocentesco. tenendo la chitarra molto inclinata e appoggiata sulla coscia sinistra fino a toccare il bordo della sedia e con il piede sinistro appoggiato su un cuscino rigido. p.ma non ancora delle dimensioni tali da poter essere comodamente suonato come quello moderno. 1983. cominciò nel 1824. This fair child. quando il maestro diede alle stampe il suo metodo per la chitarra 31 e quando Jules David. pp. In analoga posizione troviamo Giulio Regondi (1822 . oltre al già citato aumento della cassa armonica. 29 Caroline Pitrot è qui raffigurata mentre pizzica delicatamente le corde appoggiando lo strumento sulla coscia destra. cominciava ad affermarsi nella capitale francese in seguito all’esposizione al Salon de Paris del 1834. PIETERS. l’adozione definitiva delle corde semplici aumentate a sei. Il suo diapason si assesta sui cm 63. 3031. Collaborò inoltre con l’editore Boubaud Adolphe su Le Moniteur de la Mode disegnando tutte le lastre di moda per questo periodico dal 1843 fino alla sua morte nel 1892. 93-98. BONE. DELL’ARA. that we hope 10 29 . una modalità che si confaceva a chi desiderava eseguire un semplice accompagnamento musicale. Allievo del pittore Pierre Duval Le Camus. n. introducendo scene tratte dalla quotidianità al posto delle convenzionali figure rigide e isolate. at Bromley. London.1872). e si trasferì a Parigi nel 1820. come invece noteremo in raffigurazioni successive. nacque a Firenze nel 1792. parte quarta: secoli XVIII e XIX. non ancora prolungata sul piano armonico. can hardly be contemplated without feelings almost above admiration. 42. parte quarta: secoli XVIII e XIX cit. 33 M. assisted by nearly all the distinguished professors at the present amongst us. L’artista litografò molte immagini per libri. ritroviamo. op. The Guitar and Mandolin. We observe from French journals that his beauty and talent made quite a sensation in Paris. 20. in «Il Fronimo». between eight and nine years of age. 59. Troupenas. p. 756. noto soltanto attraverso litografia. Del musicista esistono anche due ritratti fotografici: il primo. e dopo i concerti tenuti a Parigi nel 1829-30. AMISICH. riprodotto attraverso una litografia realizzata da Mott. si è sviluppata a partire dall’affermazione di un nuovo atteggiamento verso la storia antica. 1831 ca. la polemica romantica anticlassicista oppose ben presto una rivalutazione dell’età medievale. James’s.. pettinatura e postura analoghe al precedente..avvenuto tra il 1827 e il 1829. come abbiamo visto. Giulio Regondi (1822 . mentre suona una chitarra di stile francese con paletta di forma neoclassica. St. The Guitar and Mandolin cit. 16 luglio 1931. nel 1841. Jules Regondi age de 8 ans. 54. con i capelli lunghi ed un ditale che favorisce l’appoggio del mignolo alla cassa armonica. p. n. Muller Collection) La cultura figurativa dell’Ottocento in Italia. Si veda A. Arts. 36 Alla British Library di Londra esiste un’altra litografia di Engelmann dello stesso periodo.J.». Public Library. Royal Academy of Music) Giulio Regondi. etc. Un primo ritratto.it/web_01/conservatorio/concertina/regondi/giulio_regondi. «The London Literary Gazette and Journal of Belles Lettres. 24 Duke St. litografia di Engelmann. p. litografia di Mott (New York.htm. All’interesse erudito-filologico per il passato classico greco e romano. 1831 (Londra. un dagherrotipo di Laroche del 1852.». in cui si legge «Giulio Regondi. The Young Guitar player as he appeared on the 3rd of Sepr. compare nel testo di P. Il chitarrista venne ritratto dieci anni più tardi. London».1872). A. 11 . Weber e litografato da Engelmann. 250. at the Royal Adelphi Theatre. BONE. in evidente relazione con le lotte risorgimentali e la delicata e controversa this notice will promote his success. letta nell’ottica di strumento di coesione popolare. Sciences. il piccolo Giulio Regondi è raffigurato con vesti. 1995.ivanopaterno. in una litografia di Josef Kriehuber eseguita a Vienna e pubblicata sulla copertina dell’edizione Chanterelle delle opere per chitarra di Regondi. 36 Nel secondo ritratto. Documentazione in www. Weber. proprio della cultura ‘archeologica’.B. il secondo ritratto fotografico fu realizzato a Londra dalla ditta Elliott & Fry e appare in copertina all’edizione dei Ten Etudes for Guitar. 35 su disegno di A. durante il concerto tenuto al Royal Adelphi Theatre di Londra il 3 settembre 1831. 35 Sotto la figura si legge: «JULES REGONDI / agé de 8 ans / Ai-je bien joué?». pubblicata da John Churchill. rappresenta il chitarrista bambino a figura intera rivolto verso lo spettatore. e il disagio. decretarono il tramonto dell’illusione romantica di ottenere profondi rinnovamenti senza rotture. realizzati da Giovanni Boldini (Ferrara 1842 . oppure a una maggiore attenzione verso i fenomeni sociali con l’apertura verso le tradizioni popolari. di formato ridotto. e il tentativo di adeguamento alla cultura d’oltralpe. il Ritratto del 12 .Parigi 1931) intorno al 1873. olio su tela. a fughe verso l’evocazione di ambientazioni fantastiche e disimpegnate. in campo artistico. 26 x 35 cm (Genova. che ne seguì. Le tensioni politiche. El matador. portò. quali il Ritratto del maestro Emanuele Muzio.opera di unificazione nazionale. ma sorprendenti per la qualità e lo strabiliante virtuosismo dell’esecuzione. 37 Il maestro ferrarese 37 Sempre in un’ambientazione spagnola Boldini realizzò un dipinto raffigurante un anziano torero nell’atto di suonare il mandolino. Un limite peculiare della pittura di storia italiana fu quello però di essersi presto trasformata in ‘pittura di genere’. che prepararono e seguirono il 1848. La ricerca artistica in Italia oscilla dunque per tutto il secolo tra una specificità connotata da un costante impegno civile. 1873. sotto la spinta di una critica conservatrice e di un pubblico che vedeva nei quadri di piccole dimensioni un oggetto di arredamento preferito a quelli di grandi dimensioni. di paesaggio. favorirono la creazione di un nuovo mercato aperto a ogni genere di pittura – religiosa. L’interesse per la musica da parte del pittore appare anche in diversi dipinti raffiguranti fanciulle e signore al pianoforte. collezione Carige) La chitarra appare protagonista di due dipinti con scena di genere di ambientazione spagnola. i dialetti. Giovanni Boldini. Le mostre organizzate dalle Società promotrici di Belle Arti dagli anni Quaranta in poi. da cui provengono stimoli importanti. che la differenzia dai coevi movimenti europei. oltre che nei numerosi ritratti di musicisti. di costume – nonché a copie di quadri già famosi. la vita dei contadini. di una vitalità primitiva. 39 è colta in un momento di riposo con la chitarra in mano mentre osserva i pappagalli. 41 Esiste un altro dipinto con analogo soggetto. soggetti interessanti. non solo nell’abbinamento delle figure principali ai manifesti Giovanni Boldini.era da poco tempo arrivato a Parigi. Giovanni Boldini 1842-1931. catalogo della mostra (Ferrara. n. 2009. In entrambi i dipinti. pullulanti di pennellate nelle stoffe e negli oggetti. che. Adolphe Goupil.29 maggio 2005). posta agli antipodi della brillante vita quotidiana degli acquirenti della maison parigina. Catalogo ragionato. Ferrara Arte. 40 Mariano Fortuny (Reus 1838 . 2002. Palazzo Zabarella. 22-27. pp. 13 .10 gennaio 2010).3 x 34. attraverso il pullulare virtuosistico del colore. C. CAMPANA. 1. il quale condizionò per lungo tempo il gusto della borghesia e dei nuovi ricchi tra la vecchia Europa ed il nuovo Continente. F.F. Alla cerchia di artisti di Goupil afferiva anche il romano Antonio Mancini (Roma 1852 .3 cm sullo sfondo. e il mondo del circo. Allemandi. Sisi. Rey Colaco. olio su tela. quali gli scugnizzi napoletani. Il fascino esotico della Spagna nel ‘Matador’ di Giovanni Boldini. Nel 1877. 2005. Palazzo dei Diamanti. catalogo della mostra (Padova. Ferrara. piccolo artista circense che presterà il suo volto pianista A. nel 1886. Venezia. Parigi: la pittura alla moda tra la nostalgia del Settecento e l’immagine della città moderna. 1873. aveva a che fare con quel fascino dell’esotico allora tanto in voga incarnato dal pittore catalano Mariano Fortuny 40 e che costituiva la variante speziata alle zuccherose atmosfere settecentesche di altre scene di genere fortemente richieste dal mercato artistico di questo periodo. 39 P. 41.1930). mentre nell’altro appartenente alla collezione Carige di Genova. pittore catalano gestito a Parigi dallo stesso mercante di Giovanni Boldini. uno ad olio e l’altro a pastello. i cui poveri scugnizzi napoletani risultarono. 15 gennaio . ancor più della grande pittura spagnola. 2006. La Spagna esercitava allora su Boldini una forte attrazione. Mazzocca. 20 settembre 2009 . 38 dove lavorò presso il celebre mercante Goupil. a cura di F. 38 Cfr. pp. R. DINI . Dini. e caratterizzati da colori brillanti. 92. I due saltimbanchi suonatori seduti della collezione Rossello di Milano. è raffigurato un giovane torero seduto con fare disinvolto su un tavolo di legno mentre osserva una graziosa fanciulla in costume vezzoso. e i due celebri e straordinari ritratti di Giuseppe Verdi eseguiti. MAZZOCCA. Mancini dipinse infatti a Parigi i Saltimbanchi suonatori. cfr. a cura di S. in Boldini. 41 e lo Scugnizzo con chitarra. in «La Casana». pp. 95-105. i quali combinano le due iconografie tipiche dell’artista. Serenata. 117-172. ma nel modello stesso. Marsilio. p. (Williamstown. F. XLVIII. Giovanni Boldini nella Parigi degli Impressionisti. fu uno degli artisti più rilevanti del panorama artistico ottocentesco spagnolo. suona la chitarra.Roma 1874). entrambi realizzati nel 1883. DINI. nel quadro conservato a Williamstown. Sterling & Francine Clark Art Institute) quel Luigiello. Torino. Lees. la quale. ma ricco strumenti musicali e oggetti sapientemente distribuitivi e resi cromaticamente. 43 G. Torino. Bologna. E. M. UTET. 1996. olio su tela. 138-140. Boni Editore. che Mancini ebbe modo di conoscere nei soggiorni che fece a Parigi nel 1875 e nel 1877-78. Saltimbanchi suonatori. in cui la chitarra diviene spesso protagonista. 42 Alla descrizione narrativa dei fanciulli. 82 x 65 cm (Collezione privata) Altri importanti artisti italiani esercitarono il proprio talento figurativo su soggetti tratti dalla realtà popolare. Queste scene di genere. Scugnizzo con chitarra. 1877. Antonio Mancini. 1988. nelle quali i vecchi schemi del linguaggio verista apparivano già superati. fenomeno che connota la storia dello strumento in tutte le epoche. Antonio Mancini. TREVISAN. 1966. Allemandi. 1877. 122-123. in un complesso intreccio tra musica popolare e musica colta.R. CECCHI. CECCHI. PEROCCO . 14 42 . in cui un uomo anziano è colto nell’atto di restaurare una chitarra in un interno disadorno. Giacomo Favretto. olio su tela. Torino. p. La pittura italiana dell’Ottocento. con sintetiche e dense pennellate di colore. in scene di genere. si sostituisce ora una maggiore attenzione alla composizione della scena ed un originale uso della luce. pp. D. 320. che egli ritraeva dal vero nel suo studio nel centro antico di Napoli. pp. come nella Chitarra restaurata 43 realizzata nel 1881 dal pittore veneziano Giacomo Favretto (Venezia 1849 1887). che deriva dall’assimilazione della pittura degli impressionisti. testimoniano anche la vasta diffusione a livello popolare della chitarra e la sua fruizione trasversale ai vari livelli sociali.malinconico e corrucciato al celebre Saltimbanco del 1879. indubbiamente interessanti dal punto di vista artistico. 47 x 38 cm (Collezione privata) Antonio Mancini. Mucchi. Boni. soprattutto chitarra e mandolino. La chitarra restaurata. riunendosi in ensembles musicali e svolgendo così un importante lavoro di diffusione dello studio di questi strumenti fino a tutta la prima metà del Novecento. così come nel resto d’Europa. olio su tela (Milano. a cura di S. 15 44 . pp.Giacomo Favretto. in Romolo Ferrari e la chitarra in Italia nella prima metà del Novecento. ORLANDI. collezione Rossello) Diversi dipinti italiani degli ultimi decenni dell’Ottocento testimoniano la consuetudine secondo la quale le donne delle classi sociali più elevate.9 x 82. Mandolino e chitarra: repertorio e contesto musicale nella prima metà del Novecento. 2009. Modena. 238-241. U. 44 Vittorio Reggianini. si dilettavano a suonare gli strumenti a corde pizzicate. Elegant figures in an interior. olio su tela. 1881. 62. in Italia.5 cm (Collezione privata) Cfr. rese con un uso magistrale della luce e del colore.Roma 1939) si formò presso l’Istituto d’Arte modenese. sulla scia del Fortuny e del Meissonier. liutaio e compositore. In questo clima culturale di fine Ottocento in cui. che ha caratterizzato i suoi primi lavori. Lo stile della sua pittura si spostò decisamente dal realismo locale storico. 16 . MARTINELLI BRAGLIA. con le sperimentazioni organologiche di Luigi Mozzani (1869 1943). che evidenzia la trama ricca e il satinato degli abiti delle dame intente a suonare in interni sontuosi e raffinati. soprattutto nel campo della moda e dell’arredamento. riecheggiano temi estetici dei primi decenni del secolo.5 cm (Collezione privata) 45 Vittorio Reggianini (Modena 1858 . p. il modenese Vittorio Reggianini. Sweet tones.Parallelamente. 939. sotto la guida di Antonio Simonazzi. Edoardo Gelli. 109 x 65. supportato dall’antiquario Pisani. al nuovo gusto extraeuropeo di ambientazione neoimpero. in campo artistico. si assiste ad un revival dello stile neoclassico. come si diceva. che ritroviamo in una tela del pittore Edoardo Gelli (Savona 1852 . accanto a Gaetano Bellei e a Eugenio Zampighi. si trasferisce a Firenze. e furono molti gli artisti. Tra questi. e fu in questo periodo che. Il riaffiorare di queste suggestioni verso l’antico e la mitologia. in La Pittura in Italia. G. forniranno le basi per la nascita della nuova corrente artistica europea dell’Art Nouveau – Liberty in Italia – e parallelamente accompagneranno il rifiorire della ricerca in ambito chitarristico. Nel 1885.Firenze 1933). agli inizi del Novecento.. mischiate al nuovo gusto per l’esotico e l’insolito. Vittorio Reggianini. che dipinsero scene di genere ambientate in interni arredati in stile Direttorio e Impero. L´Ottocento cit. olio su tela. la cui attività raccolse e rielaborò l’eredità chitarristica ottocentesca attraverso una concezione più moderna dello strumento. chitarrista. con una disimpegnata pittura di genere in costume. non stupisce che alcuni pittori riscoprano nelle loro opere strumenti come la lira-chitarra. 45 realizzò una serie di tele raffiguranti eleganti scene di vita borghese. Reggianini si affermò sulla scena internazionale.


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