Storia della letteratura polacca, (Piccola Biblioteca Einaudi. Saggistica Letteraria e Linguistica) by Luigi Marinelli Review by: Wojciech Jekiel Aevum, Anno 80, Fasc. 3 (Settembre-Dicembre 2006), pp. 956-963 Published by: Vita e Pensiero â Pubblicazioni dellâUniversità Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20861893 . Accessed: 15/06/2014 12:10 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact
[email protected]. . Vita e Pensiero â Pubblicazioni dellâUniversità Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/action/showPublisher?publisherCode=vitaepensiero http://www.jstor.org/stable/20861893?origin=JSTOR-pdf http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp 956 RECENSIONI zione dei composti con -fobia, Vopera si mostra decisamente selettiva non solo ri spetto ai dizionari generici, ma anche rela tivamente a quelli medici, registrando nel primo volume solo acrofobia e agorafobia, contro i 6 composti del Dizionario di Gar nier - Panzera - Delamare (acrofobia, ago rafobia, ailurofobia, algofobia, antropofo bia, basofobia)11. A un veloce esame, inol tre, il primo volume del DM non sembra contenere termini rari o obsoleti. Tuttavia, l'intenzione di rivolgersi al grande pubbli co - e un certo ammiccamento alle mode - spinge a lemmatizzare diversi vocaboli la cui presenza non sembra cosi significativa in un dizionario medico: se infatti il taglio enciclopedico pud giustificare le lunghe vo ci che trattano di abbronzatura o adole scenza, meno comprensibile risulta l'inclu sione di abitudine, abulia, alluce, abuso (con il sottolemma abuso di farmaci); an cor meno chiaro l'inserimento di aikido, la cui voce si conclude avvertendo che "La pratica costante dell'a. si pud rivelare effi cace nel ridurre sia le tensioni psicologiche che quelle muscolo-articolari" (p. 126): na turalmente, su tali basi nulla vieterebbe di inserire in un dizionario medico termini co me giardinaggio, filatelia, ecc. Sia concessa una considerazione rapida degli ultimi due capitoli del volume. Nel settimo, su "Divulgazione e informazione" (pp. 239-54), Serianni cala utilmente nel l'analisi della lingua medica di divulgazio ne due grandi filoni della linguistica con temporanea: gli studi sulla riformulazione, con cui si analizzano le glosse ai termini tecnici negli scritti divulgativi, e quelli sul la testualita, attraverso cui si vagliano i fo glietti illustrativi dei medicinali. Dell'ulti mo capitolo, "Dalla lingua allo stile" (pp. 255-84), basti nominare il tema piu affa scinante, cioe il valore conoscitivo che, al meno nei secoli passati, la metafora ha ri vestito anche all'interno del linguaggio me dico, permettendo "una piu articolata e pre cisa rappresentazione della realta" (p. 265: si pensi a espressioni come lingua a carta geografica, torace a clessidra, ecc). Si no tera che tale accenno si ricollega proprio al principio dello studio, mostrando come i 11 M. Garnier - V. Delamare - G Panzera, Dizionario dei termini di medicina, Roma 19876. medici, e la lingua della loro disciplina, sia no sempre stati, perlomeno fino al passato piu prossimo, a stretto contatto con la cul tura umanistico-letteraria. Michele Colombo Storia della letteratura polacca, a cura di Luigi Marinelli, Torino, Einaudi, 2004 (Piccola Biblioteca Einaudi. Saggistica Letteraria e Linguistica). Un vol. di pp. IX-569. Luigi Marinelli, studioso e critico, nonche traduttore di letteratura polacca antica e nuova, professore di slavistica presso l'u niversita "La Sapienza" di Roma, ha cura to nel 2004 l'edizione di una nuova storia della letteratura polacca interamente realiz zata da mani italiane. II verbo "curare" va inteso qui in tutta la sua ampiezza di si gnificato: ha ideato l'impresa, ha raccolto intorno a se un gruppo di polonisti, ha di scusso con loro la concezione dell'opera, ha scritto lui stesso due capitoli e ha vigilato afFinche tutti i partecipanti all'iniziativa por tassero a termine il proprio compito. Nien te di piu e niente di meno. E nato cosi un volume di quasi seicento pagine, pubblicato da Einaudi nella serie della PBE. II libro comprende una prefa zione, dodici capitoli sulla letteratura po lacca, un'appendice sulla letteratura yiddi sh e ebraico-polacca, una bibliografia e un indice dei nomi. Hanno partecipato all'im presa dieci polonisti, tre dei quali hanno fir mato non gia uno, ma due capitoli ciascu no. Ampiamente trattate risultano la lette ratura premoderna (fino al 1795) e la lette ratura del Novecento, ma grosso modo tut ti i capitoli hanno dimensioni simili. Gli au tori lavorano attualmente in otto universita italiane; quattro di essi provengono dalla polonistica fiorentina, cosa che sottolineo con soddisfazione. Per amor di completez za aggiungiamo che uno degli autori, Sil vano De Fanti, e stato per molti anni letto re di italiano all'universita di Varsavia. Ciascun autore scrive in maniera diversa ed e piu che naturale. Ciascuno affronta l'ar gomento dal proprio punto di vista e su que sto avremo occasione di ritornare piu avan ti nel corso della recensione. Nel comples so, comunque, si tratta di un lavoro svolto This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp RECENSIONl 957 in modo molto competente ed esauriente. L'indice finale evidenzia piuttosto un ec cesso dei nomi che un'insufficienza degli stessi. II lettore polacco, sfogliando il libro, potra imbattersi in nomi di scrittori decisa mente meno conosciuti, o non necessaria mente meritevoli di entrare nel canone dei classici. Qual e dunque il quadro della letteratura polacca che ci viene offerto? II libro presenta l'intera letteratura po lacca dalle origini al ventunesimo secolo, esaminata con metodo obiettivo e ricorren do a un accurato apparato critico. Non ba stano a inficiare quanto detto le simpatie (o piu raramente antipatie) che pure qua e la emergono verso tale o talaltro scrittore. Gli autori danno prova di grande maestria nel caratterizzare in poche frasi 1'opera di un poeta, un prosatore o un drammaturgo (me no fortuna hanno avuto, forse, i critici let terari). In generate gli scrittori vengono pre sentati non solo con competenza ma anche "con amore": lo spazio maggiore e riserva to agli scrittori piu importanti, o ritenuti ta li. Ecco che, per esempio, Ignacy Krasicki e posto molto in alto come scrittore, men tre non gli viene risparmiata una delicata critica per la sua condotta morale. Un po sto elevato, in continuity con una lunga tra dizione italiana, ottiene anche Zygmunt Kra siriski. Non meraviglia, altresi, che fra gli scrittori del Novecento spicchino i nomi di Gombrowicz, Schulz, Lesmian, Cze chowicz, Milosz. II libro e scritto in una prospettiva che evidenzia il carattere europeo della lettera tura polacca: sin dall'XI secolo giungono su suolo polacco testi latini, e poi anche ce chi, tedeschi, francesi e via dicendo. Nel XV-XVI secolo in Polonia la lingua lette raria e il latino e tale esso resta, sia pure in maniera non piu esclusiva, fino al XVIII, o addirittura fino alia meta del XIX secolo, giacche lo stesso Mickiewicz e autore di una poesia in latino. II manuale comprende anche alcuni po lacchi che scrissero in altre lingue: Jan Po tocki (E autore del Manoscritto trovato a Sa ragozza), Joseph Conrad e Jerzy Kosiriski. E giustamente: i nomi di questi scrittori mo strano chiaramente la dimensione interna zionale della letteratura. Gia alia fine del l'Ottocento si ebbero tre autori polacchi che scrivevano in altre lingue: Przybyszewski in tedesco, Joseph Conrad in inglese e Wilhelm Apolinary Kostrowicki in france se. Fra parentesi vale la pena di notare un caso opposto: il padre del poeta Wincenty Pol, "arci-polacco" glorificatore dell'antica Polonia, non parlava una parola di polacco. La cultura polacca dell'Ottocento e piena di autori dai cognomi tedeschi, francesi, ebrai ci, cechi, appartenenti alia categoria dei "polacchi per scelta". Che fosse Fepoca del la Repubblica polono-lituana, o che fosse FOttocento, quando la Polonia neppure esi steva sulla mappa politica d'Europa, la cul tura polacca era sempre connessa alia cul tura di tutti i paesi europei. Prendiamo due soli esempi: Marinelli mostra in modo con vincente come, nel XVII e nel XVIII seco lo, la letteratura italiana abbia contribuito a formare quella polacca. E Ceccherelli evi denzia giustamente il ruolo svolto nella let teratura polacca di fine Ottocento da Leo pardi. Ho gia accennato al contenuto del libro. Iniziero la rassegna dei singoli capitoli dal la fine. La parte per me piu interessante e utile e infatti Fappendice, per la penna di Laura Quercioli Mincer. Per mille anni gli ebrei sono vissuti - e ancora vivono - sul suolo polacco, scrivendo opere che hanno svolto e continuano a svolgere un grande ruolo nella cultura del nostro paese. II capitolo informa su entrambe le lingue usate in passato dagli ebrei in Polonia, sui legami di ebraico e yiddish con i movimenti religioso-culturali e politici quali il chassi dismo o il sionismo, sugli autori che han no scritto in entrambe le lingue e infine, co sa importante, sui rapporti letterari ebraico polacchi e polono-ebraici, sui polacchi che dall'inizio dell'Ottocento hanno scritto de gli ebrei e sugli ebrei che hanno scritto dei polacchi, e anche sul ruolo svolto dagli ebrei nella societa polacca al tempo della Polonia spartita e al tempo della Seconda e della Terza Repubblica. L'autrice fornisce inoltre ritratti molto puntuali e ben impo stati degli scrittori polacchi di origine ebrai ca, fra cui particolare attenzione merita quello di Julian Stryjkowski (aggiungerei un suo detto interessante: un ebreo che diven ta comunista smette di essere ebreo). II ca pitolo termina con un elenco di scrittori che scrivono in polacco su cose ebraiche: in Po lonia Michat Gtowinski, in Israele Miriam Akavia, Ida Fink e Irit Amiel. Occorre ag This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp 958 RECENSIONI giungere un'altra cosa ancora. L'antisemiti smo come fenomeno universale nacque in Polonia alia fine dell'Ottocento. Era qual cosa di vergognoso e di compromettente per la cultura polacca. Era stupido e superfi ciale. Molto spesso veniva usato come stru mento di lotta politica, lungo un arco che andava dai partiti contadini al partito na zionaldemocratico. Tuttavia aveva una par ticolarita molto importante: non era razzi sta, non aveva un carattere etnico. Essere ebreo non precludeva la strada alia came ra. Un ebreo poteva fare l'editore, il diret tore di rivista, il proprietario di teatro. Nel ventennio fra le due guerre un ebreo assi milate poteva diventare addirittura sindaco di Cracovia, comandante di corpo d'arma ta nell'esercito polacco, professore univer sitario, ministro, campione di Polonia di boxe, e il fatto che fosse di etnia ebraica non influiva affatto. Se Lesmian dovesse o non dovesse essere pubblicato lo decideva il direttore di "Wiadomos'ci Literackie" e di "Skamander" Mieczyslaw Grydzewski, che era, come Lesmian, un ebreo polonizzato. Ancora due osservazioni in chiusura di que sto capo verso: Norwid era uno scrittore e un pensatore decisamente filosemita; vice versa occorre rettificare Tinformazione se condo cui Klemens Juliusz Szaniawski sa rebbe stato uno scrittore filosemita. La mia conoscenza della sua opera mi dice piutto sto che era un autentico antisemita, e raffi gurava gli ebrei come incalliti oppressori e sfruttatori, nemici dei polacchi. Passiamo ora a parlare degli altri capitoli. La letteratura dalle origini all'umanesi mo, e cioe dai primi testi in latino e dalle Prediche di Santacroce fino a Callimaco, e trattata da Marcello Piacentini. Piacentini giudica i piu antichi testi letterari prodotti in Polonia sullo sfondo della letteratura non solo centro-europea, ma europea tout court. A dire il vero, i polacchi sono abituati a di vulgare, dell'intero loro medioevo, unica mente Gallo Anonimo, la Bogurodzica e po che altre opere poetiche. Vediamo pero che abbiamo a che fare con una letteratura piu ricca e piu aperta ai contatti europei di quanto non ci apparisse flnora. Ce lo mo stra, in maniera convincente e avvincente, proprio Piacentini. Sul rinascimento scrive Andrea Ceccherel li; comincia daH'inizio del Cinquecento e arriva fino all'opera di Szymon Szymo nowic, di un secolo piu tarda. Le notizie sulla letteratura sono proiettate su un ricco sfondo storico; apprendiamo molte cose sul l'antica Polonia, sulla sua politica interna ed estera, sulla Riforma protestante (dicia mo subito che i rapporti interconfessionali in Polonia sono presentati in maniera mol to obiettiva in tutto il manuale), sulle rela zioni fra il polacco e il latino, e infine sul la intricata composizione etnica della Re spublica utriusque Nationum, con partico lare riguardo alle unioni con la Lituania, o per meglio dire, con lo stato ruteno-lituano. Diffusamente trattata risulta la poesia rina scimentale, racchiusa nella formula "fra Na glowice e Czarnolas", ossia fra Rej e Ko chanowski. In questo schema non rientra Mikotaj Sep Szarzyriski, tipica figura di passaggio, che Ceccherelli menziona sol tanto, mentre e trattato piu ampiamente da Marinelli nel capitolo successivo. Autore dei due capitoli seguenti, Lettera tura dell'eta barocca e // Settecento e I'il luminismo, e Luigi Marinelli. Marinelli di mostra quanto sia ricca la letteratura po lacca del Seicento (Skarga, Sarbiewski, Pio tr Kochanowski, i Morsztyn, Pasek ecc). Cose giuste e interessanti scrive inoltre sul sarmatismo e sul ruolo svolto dalle tradu zioni di opere italiane nelFevoluzione del barocco polacco. Tale motivo viene ripreso nel capitolo successivo, dove si presenta rinflusso svolto dall'Arcadia romana, dal P opera in musica italiana e da Metastasio sulPilluminismo polacco. Si apre cosi un capitolo completamente nuovo nelPinter pretazione di quest'epoca, giacche finora si era scritto soprattutto degli influssi france si (lingua in cui scriveva, fra gli altri, an che Pultimo re polacco, Stanislao Augusto). Marinelli conosce molto bene la letteratura del Settecento polacco, avendo anche tra dotto in italiano il piu importante romanzo di Krasicki. Va detto inoltre che dimostra grande senso dell'umorismo nel trasporre in italiano i cognomi significativi di certi per sonaggi, come Staruszkiewicz, che diventa il signor Vecchietti, o Dowiadczyriski, che diventa d'Esperientis. A Emiliano Ranocchi si deve il capitolo successivo, che tratta della letteratura fra il 1795 e il 1830, ossia fra Pultima spartizio ne della Polonia e P"insurrezione di no vembre". Presenta dunque le ultime mani festazioni del neoclassicismo settecentesco, This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp RECENSIONI 959 la letteratura delle Legioni, il sentimentali smo, la querelle tra classici e romantici, e infine gli inizi del Romanticismo, soprat tutto suH'esempio del poema Maria di An toni Malczewski. Malczewski e il suo poe ma sono trattati in modo ampio e con gran de competenza. II rilievo concesso a Malc zewski ha lo scopo evidente di limitare la centralita di Mickiewicz e di Vilna nel qua dro generale del romanticismo polacco. Par lando delle dispute tra classici e romantici, 1'autore non menziona l'articolo di Mickiewicz A proposito dei critici e dei re censori varsaviani, comunemente ritenuto il colpo mortale inferto dai giovani alia vec chia generazione di scrittori. Ranocchi at tribuisce un po' sommariamente il detto "noi slavi amiamo gli idilli" a Brodzihski, men tre sono parole di Mickiewicz, e come tali funzionano nella storia della letteratura po lacca. A Mickiewicz e dedicato, giustamente, un capitolo a parte. In Italia su di lui e stato scritto relativamente tanto, e ampiamente tradotto, e conosciuto dai piu se non altro in quanto amico di Mazzini e partecipe del Risorgimento italiano. Bene ha fatto, dun que, Matilde Spadaro a esporre in un capi tolo specifico, strutturato in sette paragrafi, la vita e 1' opera del poeta, soffermandosi ampiamente sia sull'evoluzione di quest'ul tima, sia sullo sviluppo delle sue idee. Di particolare interesse risulta il tentativo di mostrare i legami di tali idee con il pen siero massonico europeo. La Spadaro met te in evidenza il carattere massonico del P opera giovanile di Mickiewicz, in parti colare dell'Ode alia Gioventii, in quanto canto massonico romantico. L'autrice insi ste anche sull'iniziazione di Mickiewicz ad opera di Oleszkiewicz e sui motivi masso nici presenti in tutta P opera successiva del poeta. Aggiungiamo che, giusta gli storici polacchi della massoneria, Mickiewicz sa rebbe stato massone ai tempi dell'univer sita, e li terminerebbe la sua appartenenza ad essa. Ma e pur vero che fu sempre in amicizia con insigni massoni. Dovremmo conoscere molto bene Mickiewicz ed e per questo che sono necessarie alcune precisa zioni: ad aprire la raccolta di Ballate e ro manze non e la ballata Romanticismo, ben si La primula; Konrad Wallenrod viene con dannato a morte in contumacia dal tribuna le segreto dell'ordine teutonico, ma la sen tenza non viene eseguita perche l'eroe si suicida; nel Pan Tadeusz il Conte non era nipote, bensi lontano parente dello Scalco; e infine, poteva Mickiewicz conoscere Do nelaitis? I romantici post-insurrezionali e Fredro sono trattati da Krystyna Jaworska. In que sto capitolo viene presentata e discussa Fo pera di tutti i maggiori, Stowacki, Krasinski, Norwid, ma anche di molti, molti altri. No tevole spazio e dedicato a Krasinski, men tre particolarmente interessante e il para grafo su Norwid. In generale il capitolo mi piace molto, ma su Fredro avrei qualcosa da eccepire. Personalmente avrei dato piu spazio a La vendetta, un classico della drammaturgia polacca, e meno all'interpre tazione dei componimenti osceni che il poe ta scrisse da giovane ufficiale di cavalleria. Un compito difficilissimo e quello tocca to a Luca Bernardini, autore del capitolo sulla letteratura del periodo positivista. In nanzitutto perche sotto Fetichetta del posi tivismo si collocano diversi fenomeni d'ar te e di pensiero. Bernardini nel complesso se la cava egregiamente. Tratta del positi vismo, del realismo, del naturalismo e infi ne del romanzo storico; presenta tutti i mag giori ideologi, pubblicisti e scrittori, ed e anche Fautore che, fra tutti, riserva piu spa zio alia critica letteraria. Insolita appare la modalita con cui e discussa Fopera della Zapolska: i romanzi sono trattati da Ber nardini nel paragrafo sulla prosa naturali stica, mentre il teatro e relegato nel capito lo sulla Giovane Polonia, di altro autore. Molto apprezzabile e il modo in cui viene presentata Fopera di Sienkiewicz, che non gode in genere della simpatia dei critici. Bernardini scrive di lui in modo spassiona to e puntuale, quando sarebbe stato facile scadere in un tono da filippica. Con una certa sorpresa troviamo, in questo capitolo, un profilo della vita e dell'opera di Joseph Conrad. Che dire? Dell'opportunita di in cluderlo in questo libro ci aveva gia con vinto Marinelli nella sua Prefazione. Ma perche proprio in questo capitolo? Forse perche la questione della sua appartenenza alia cultura polacca fu sollevata dalla Or zeszkowa. Personalmente avrei visto bene il paragrafo su Conrad un paio di capitoli dopo. La Giovane Polonia ci e presentata da An drea Ceccherelli, che gia conosciamo come This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp 960 RECENSIONI autore del capitolo sul rinascimento. Molto ben spiegati sono i problemi terminologici - Giovane Polonia, modernismo, neoro manticismo - nonche le polemiche lettera rie del primo e del secondo periodo. Cec eherelli dedica osservazioni interessanti a Tetmajer, Miciriski, Lesmian, Staff, eviden ziando anche 1' influenza esercitata da Leo pardi sulla poesia lirica dell'epoca. Come detto, la prosa della Zapolska e gia stata trattata nel capitolo sulla letteratura del po sitivismo e del naturalismo; a Ceccherelli spetta dunque la trattazione delle sue ope re drammatiche, annoverabili tuttora fra i classici del repertorio teatrale in Polonia. Vale la pena di richiamare l'attenzione del 1'autore su una piccola imprecisione: scri vendo del romanzo di Reymont Terra pro mess a, Ceccherelli segue piuttosto l'inter pretazione del film di Wajda, che tratta in modo identico i tre protagonisti, Bo rowiecki, Welt e Baum; nel romanzo, inve ce, 1'ebreo Moryc Welt e presentato come una figura antipatica, un imbroglione che vuol solo far fortuna a danno degli amici. E arriviamo cosi al ventennio fra le due guerre, un periodo che, in Italia, gode di particolare interesse da parte di studiosi, cri tici e traduttori di letteratura polacca. II ca pitolo e opera di Francesca Fornari. L'au trice presenta i singoli autori, ma anche le riviste, i gruppi letterari, i programmi e le polemiche. Parla di Skamander e degli ska mandriti, dei futuristi, dell'avanguardia di Cracovia, dei poeti impegnati dalla parte del proletariate, della seconda avanguardia e dei catastrofisti. Tutti i piu importanti fenome ni poetici dell'epoca risultano trattati. Tut tavia ci si sarebbe potuto aspettare almeno due parole su Liebert e sulla Ittakowiczowna, e manca anche Zegadtowicz come poeta, nar ratore e drammaturgo. Non mancano inve ce, naturalmente, i piu famosi autori di pro sa - realistica, psicologica e d'avanguardia - a partire da Schulz, Gombrowicz e Witkacy. Molto spazio e dedicato alle scrit trici (Natkowska, Dabrowska, Kuncewiczowa e altre). Fra i drammaturghi un posto di ri lievo occupano Witkacy e Szaniawski, men tre fra gli uomini di teatro dominano i no mi di Schiller e di Osterwa. Molto ben scrit ti sono i profili di Lesmian, Czechowicz e Mitosz, e ben trattata risulta pure F opera dei prosatori d'avanguardia. Varrebbe tutta via la pena di eliminare alcuni piccoli er rori: difficilmente Lechori puo essere defi nito un poeta prolifico, non era un futuri sta e non voleva "togliersi dalle spalle il mantello di Konrad" (sono parole di A. Sto nimski). Non troppo riuscita e la trattazio ne dell'opera di Maria Dabrowska. Lo sfon do storico che accompagna la letteratura e poco attraente. Doveva essere un paese mol to triste e povero: monta la crisi, crescono la disoccupazione e la miseria, il paese pas sa sotto il dominio della destra nazionali stica, imperversano la censura e le perse cuzioni politiche. La situazione interna si riduce alia frase "l'atmosfera si fa sempre piu cupa". Particolarmente dura e la vita di scrittori come Lesmian e Tuwim, a causa della loro origine ebraica. II capitolo che abbraccia gli anni 1939 1956 e scritto da Marcello Piacentini. Esso parte dal principio che il vero punto di con fine epocale e il momento dello scoppio del la guerra, che la letteratura dei primi dodi ci anni postbellici e la sempliee e logica conseguenza del periodo dell'occupazione, e che tutto cio che viene pubblicato subito dopo la guerra e stato scritto o quand'essa era ancora in corso, o come reazione alle sue atrocita, o per fare i conti con il vec chio mondo tentando di creare un nuovo modello di scrittura. Bisogna ammettere che il quadro e molto complicato: alcuni scri vono e pubblicano illegalmente durante l'occupazione; altri scrivono "per il casset to", pubblicando le opere cosi prodotte so lo dopo la guerra (ma Iwaszkiewicz non ta ce come poeta durante la guerra: scrive in fatti il bel cielo Pleiade, stampato dopo la guerra nella raccolta Treccia d'autunno); al tri infine scrivono in esilio. Un gruppo a se e costituito da quei romanzi che fanno i con ti con il passato, annoverabili fra le cosid dette rese dei conti interne all''intellighen zia (P. Hertz, S. Dygat, T. Breza, S. Kisie lewski e altri). Per quanto riguarda la let teratura dell'immediato dopoguerra, curio sa appare la presentazione degli scrittori del gruppo di "Kuznica" (Fucina) come dub biosi nei confronti del programma socio realista. Inoltre: davvero Grydzewski so gnava a Londra una Polonia alia quale non e'era ritorno? A p. 416, infine, viene men zionato in modo erroneo il fondatore del Teatro Rapsodico di Cracovia, che si chia mava MieczysJaw Kotlarczyk. Vorrei pero anche sottolineare come F autore presenti This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp RECENSIONI 961 bene le grandi trasformazioni occorse nella cultura polacca negli anni 1939-1956, e non nasconda il contesto politico che ha ac compagnato tali cambiamenti. Parla del l'invasione tedesca ma anche di quella so vietica, afferma che il paese cade sotto il controllo di due dittature totalitarie, ricorda Katyh e le deportazioni degli intellettuali polacchi nei lager sovietici, e subito dopo rievoca il regime di terrore instaurato dai nazisti nel Governatorato Generale. Presen ta molto bene la situazione dei poeti del l'Esercito Nazionale (AK), costretti a scri vere e pubblicare in clandestinita; tanto piu dunque dovrebbe premerci che tutti i fatti storici siano presentati in modo esatto. Nel paragrafo sulla cultura polacca sotto l'oc cupazione tedesca 1' autore parla dei piani mirati alia denazionalizzazione dei polacchi e del divieto di insegnare in polacco nelle scuole. Le cose non stavano esattamente co si. Nei territori annessi al Reich (Poznan, Lodz, la Slesia) ai bambini polacchi venne imposta la lingua tedesca, mentre nei terri tori del Governatorato Generale (Varsavia, Cracovia, poi anche Leopoli) esistevano scuole elementari e istituti professional! do ve l'insegnamento era tenuto in polacco. Un polacco, come dicevano i tedeschi, doveva saper leggere, scrivere e contare fino a cen to. Le scuole superiori e le universita, tut tavia, furono chiuse anche nel Gover natorato Generale, e l'istruzione superiore e universitaria si poteva ottenere solo con i corsi clandestini, per la cui frequenza si ri schiava la deportazione ad Auschwitz. Per la lingua la situazione era diversa: teatro, cinema e giornali erano in polacco, ma i polacchi li boicottavano, poiche erano al servizio della propaganda tedesca. Scritto ri, giornalisti e attori che avevano collabo rate con i mass media mantenuti dalla pro paganda tedesca, dopo la guerra dovettero rispondere di collaborazionismo di fronte a tribunali polacchi. II periodo dell'immediato dopoguerra e presentato in modo molto convincente e scrupoloso: le discussioni letterarie, fra cui quella su Conrad, le rese dei conti ideolo giche, la lotta per il realismo socialista, il rapporto con le atrocita della guerra, quin di poi l'inizio del disgelo, e infine la lette ratura dell'emigrazione. Possiamo tutt'al piu discutere con 1' autore se vi sia o meno una risposta sul perche una parte cosi mas siccia degli intellettuali si sia schierata dal la parte dei comunisti, e su quanto fosse sincero tale engagement. Una risposta mol to istruttiva a tale interrogativo la da Her bert nel libro di Jacek Trznadel Hahba do mowa (Infamia patria), menzionato da Pia centini. In questa situazione, le trasformazioni po litiche e culturali occorse dopo il 1956 - trattate da Silvano De Fanti - rappresenta no per la Polonia la liberazione dal giogo della dittatura comunista. Nel socio-reali smo, comunque, non aveva creduto nessu no, e se anche qualcuno lo aveva fatto, si era ricreduto rapidamente. L'unica cosa che ora si poteva fare era discutere di chi fos se la responsabilita degli errori commessi negli anni 1945-1956. Come accadde che i peggiori propagatori della letteratura socio realista ne divennero i principali avversari? Varie risposte si sono date e si danno a ta le domanda: fanatismo, stupidita, camera, soldi... chi lo sa? Comunque sia, come mo stra Piacentini, nel 1954 in Polonia comin ciava il disgelo e il realismo socialista ve niva ripudiato; oggi e un termine comple tamente dimenticato e, a parte gli storici della letteratura, nessuno lo usa piu. De Fanti dedica una trattazione molto am pia alia letteratura contemporanea: i princi pali gruppi, le riviste letterarie, le correnti artistiche, le personality piu importanti. Scri ve dei due ambiti in cui si sviluppa la cul tura polacca: in patria e nelPemigrazione; del fatto che lo stato perde il controllo sul la cultura nel 1976, quando nasce il "se condo circuito", ossia il circuito editoriale clandestino; della graduale scomparsa della censura negli anni 1981-1989. A tratti sem bra che confidi troppo nell'erudizione stori ca del lettore. A p. 448, ad esempio, quan do scrive che Mrozek nel 1968 "protesto pubblicamente contro Finvasione della Ce coslovacchia", in fondo avrebbe potuto ag giungere chi e perche F aveva invasa. E per quale ragione non solo Fesule Mrozek, ma diversi altri uomini di cultura, anche resi denti in patria, come J. Andrzejewski e Z. Mycielski, protestarono contro Finvasione. De Fanti e molto aggiornato sulla lette ratura contemporanea. La sua trattazione ar riva fino all'inizio del Terzo Millennio. In chiusura di capitolo troviamo le scrittrici O. Tokarczuk, M. Gretkowska e Z. Rudzka, quindi i due scrittori di Danzica P. Huelle This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp 962 RECENSIONI e S. Chwin, e infine A. Stasiuk - tutti, mi pare, gia tradotti in italiano. La lettura degli ultimi tre capitoli (For nari, Piacentini, De Fanti) fa riflettere sul le alterne vicende della fama letteraria. Prendiamo Putrament: prima della guerra era stato membro del gruppo di "Zagary" e aveva persino scritto poesie, dopo la guer ra soprattutto prosa; oggi la sua opera e pra ticamente dimenticata e solo i piu anziani ricordano i tempi in cui spadroneggiava nel mondo letterario varsaviano. Gia un po' oscurata e anche la Stella di Jerzy Andr zejewski, che un tempo dominava nei ple bisciti indetti fra i lettori, mentre Kazimierz Brandys rimane unicamente fra le pagine di una storia della letteratura, e per Fodierno lettore e molto piu attuale suo fratello, il saggista Marian. Un altro saggista, Pawef Jasienica, avrebbe dovuto essere inserito. Una decina di nomi li avrei cancellati e una decina aggiunti, ma succede sempre cosi con la letteratura contemporanea. L'obiezione seguente riguarda Fuso del termine Lituania. Gia nella Prefazione il Cu ratore scrive che due grandi poeti, Mickiewicz e Mitosz, erano lituani. Cio e ineccepibile, ma non dimentichiamoci che al lettore occorre anche spiegare che cosa significhi tale termine etnico, dal momento che lo si trova usato in accezioni diverse. Lituano era, in primo luogo, ciascun abi tante delPex Granducato di Lituania, stato che, fino al 1569, si estendeva dal Mar Bal tico al Mar Nero, mentre dopo quella data andava dal Baltico insino alia Volinia. In questo senso Mickiewicz era lituano, ben che fosse nato in Bielorussia, benche a scuola e all'universita avesse studiato in po lacco, e benche non abbia mai scritto una parola in lituano. Cio nonostante diceva: "Lituania, patria mia". Lituano pud dirsi, in secondo luogo, ciascun polacco nato entro i confini dell'odierna Lituania. Lituano in questo senso era Pitsudski, che del resto lo diceva espressamente: "sono lituano". E in fine, in una terza accezione, lituano e chiun que oggi si dica lituano e parli tale lingua (o addirittura soltanto il francese, come nel caso di Oscar V. de Lubicz Milosz). Cze staw Mitosz inizialmente era lituano nella seconda accezione, ma con il passare degli anni ha iniziato a professare una lituanita del terzo tipo. E cosa ne consegue? Che quando uno studioso molto preparato ed erudito parla di Konwicki "partigiano li tuano", un polacco sa bene che cosa inten da, ma un lettore italiano tendera piuttosto a immaginarsi qualcuno di etnia lituana. Le appartenenze etniche di personaggi e auto ri vanno trattate in modo sfumato. Se il pro tagonista del romanzo Cham (in it. // pe scatore del Niemen) della Orzeszkowa e un bielorusso, allora anche la Orzeszkowa era bielorussa. Se Mickiewicz era lituano, allo ra non dimentichiamoci che Stowacki era ucraino ("Dio, chi non Ti sente negli az zurri campi dell'Ucraina"), tanto piu che un'origine ucraina viene attribuita anche a Conrad. Polacco, e non ucraino, era invece A. Fredro, anche se aveva una tenuta nella regione di Leopoli, e un suo nipote sareb be diventato vescovo uniate. Nell'Ottocen to i cittadini della parte nord-orientale del Fantica Respublica polono-lituana - benche possa apparire un paradosso - erano detti lituani, ma erano polacchi, cosi come po lacco era uno slesiano, un masoviano o un abitante della Grande Polonia. Infine qualche piccola osservazione spar sa. II termine "sielanka" deriva veramente dall'ucraino "selo", e non dal polacco "sio lo" (p. 89)? II termine italiano "ariano", co si come viene adoperato nel libro, corri sponde a due aggettivi polacchi, Funo di accezione razziale, F altro di accezione re ligiosa: in senso religioso sarebbe stato me glio usare la parola "antitrinarismo" oppu re "unitarianismo". A p. 262 il titolo della raccolta di Moniuszko avrebbe dovuto es sere Spiewnik domowy, non "Piesnik". Nel 1953 il vescovo di Kielce Cz. Kaczmarek fu condannato dai comunisti a dodici anni di prigione al termine di un'istruttoria e di un processo particolarmente atroci: non mi pa re giusto definire questi fatti "grottesca per secuzione del vescovo Kaczmarek" (p. 428). Un'ottima idea del Curatore e stata collo care al termine del libro un'ampia biblio grafia e un indice dei nomi. Indubbiamente utile e lo scioglimento degli pseudonimi. Ag giungiamone qualche altro: T.T. Jez e lo pseudonimo di Zygmunt Mitkowski; Kle mens Junosza e Klemens Szaniawski sono la stessa persona; Cezary Jellenta e il nome usa to da Napoleon Hirszband; anche Andrzej Strug e uno pseudonimo, il suo vero nome era Tadeusz Gatecki; Maria Wirtemberska, infine, avrebbe dovuto essere indicata come "nata Czartoryska", e non "dei Czartoryski". This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp RECENSIONI 963 Questa manciata di rilievi da maestrino non oscuri la mia autentica ammirazione per Popera nel suo complesso. Si tratta di un lavoro davvero imponente. I polonisti ita liani, e sono sempre piu, avevano scritto fi nora su singoli autori, libri, gruppi lettera ri, ed ecco che ora si sono dimostrati ca paci di creare una sintesi. Questa loro im presa sia accolta in Polonia come un bel do no in occasione del nostro ingresso nell'U nione Europea. Wojciech Jekiel Alena Wildova Tosi, Bibliografia delle traduzioni e studi italiani sulla Cecoslo vacchia e Repubblica Ceca (1978-2003), Roma, Bulzoni, 2006. Un vol. di pp. 262. Sembra quasi una cosa inutile nell'epoca di internet pubblicare bibliografie cartacee. Ma non e cosi. Anzitutto, gli spogli dei perio dici (se mai vengono fatti) non sono sem pre completi, le bibliografie retrospettive sono rare e inoltre, durante le conversioni da un programma ad un altro piu sofistica to si perdono spesso i vecchi dati. C'e pero anche un altro motivo che mi spinge a ri cordare ai lettori il lavoro della Wildova e dei suoi collaboratori: la scarsa conoscenza che si ha del mondo slavo per la quale va le sempre l'espressione "slavica non legun tur" persino negli ambienti intellettuali. In questo contesto si inserisce il volume che offre spunto di riflessione sugli interessi de gli italiani verso le cose ceche e slovacche. Esso rappresenta la continuazione della Bibliografia degli studi italiani sulla Cecoslovacchia 1918-1978 uscita presso lo stesso editore nel 1980, meno esauriente, specialmente per quanto riguardava il perio do prebellico. Si mantiene la stessa suddi visione in 10 settori, adottata dalla European Bibliography for [prima] Soviet, East European and Slavonic Studies, pub blicata nel passato in volumi cartacei a Parigi e ora esistente su CD rom: opere generali e bibliografie, geografia e viaggi, guide, biografie e memorie degli slavisti, storia, economia e commercio, politica, nazionalita e minoranze, condizioni e pro blemi sociali, cultura e arti e infine lingua e stile. Rispetto al primo volume pero non sono state prese in considerazione la lette ratura slovacca e purtroppo neanche la let teratura tedesca praghese; dico purtroppo, perche specialmente in alcuni momenti sto rici 1'influenza reciproca tra l'ambiente ceco, tedesco e ebraico praghese fu molto forte e segno profondamente la cultura ceca. Molto apprezzabile e invece il fatto che la pubblicazione non si basa solo sui libri usciti nel periodo indicate, ma anche sullo spoglio di riviste, sia specializzate che di cultura generale, pubblicate nell'arco di un quarto di secolo, e di parecchi volumi mi scellanei. Nello sfogliare la bibliografia emergono alcune cose interessanti. E ovvio che mol te traduzioni o studi siano stati incoraggia ti dai fatti politici (ad es. testi dell'ex-pre sidente Havel oppure la ricca messe di sag gi e studi storici pubblicati dopo il 1989 quando i contatti tra Italia e Cechia sono divenuti piu facili e le fonti rese piu ac cessibili). In sostanza, pero, un certo inte resse per le cose ceche e costante. E altrettanto ovvio che la sezione piu am pia sia quella di "cultura e arte". Oltre al le traduzioni, agli studi letterari troviamo anche le recensioni, che vengono inserite o subito dopo il libro recensito oppure alia fi ne della sezione. A questo proposito avrei una piccola osservazione: sarebbe stato pro babilmente meglio separarle con uno spa zio piu grande dall'ultima posizione biblio grafica, quando si trovano alia fine della se zione. Altra considerazione che la bibliografia suggerisce e che il lettere italiano conosce solo pochi autori: uno degli scrittori piu tra dotti e certamente il piu recensito e Milan Kundera; seguono Bohumil Hrabal, le cui Opere scelte sono state pubblicate nella no ta collana di Mondadori, e Karel Capek, ri scoperto grazie anche alle nuove traduzio ni che sono riuscite a rendere il fine urao rismo dell'autore. Di certo fa piacere ai bohemisti il crescente interesse per Komen sky (Comenio) che si manifesta sia nelle nu merose versioni italiane dei suoi lavori, sia nel notevole numero di studi. Tra i poeti ri scuotono il maggiore interesse Holan, Kolaf e, per un breve periodo, il premio Nobel Ja roslav Seifert. Talvolta le scelte editoriali sconcertano il conoscitore della letteratura ceca: vengono spesso presentati autori contemporanei neanche tanto significativi, mentre riman This content downloaded from 188.72.96.21 on Sun, 15 Jun 2014 12:10:09 PM All use subject to JSTOR Terms and Conditions http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp Article Contents p. 956 p. 957 p. 958 p. 959 p. 960 p. 961 p. 962 p. 963 Issue Table of Contents Aevum, Anno 80, Fasc. 3 (Settembre-Dicembre 2006), pp. 601-998 Front Matter FRAMMENTI DI UN IGNOTO CODICE TRECENTESCO DELLA COMMEDIA CON LE CHIOSE AMBROSIANE [pp. 603-631] BATTISTA FARFENGO E BONIFACIO DA MANERBA: UN CONTRIBUTO ARCHIVISTICO ALLA STORIA DELLA TIPOGRAFIA BRESCIANA NEL QUATTROCENTO [pp. 633-640] IL PRINCIPE DI MACHIAVELLI E LA LEZIONE DELLE FAMILIARES DI FRANCESCO PETRARCA [pp. 641-669] DI UN'ELEGIA LATINA DI MARCANTONIO AMALTEO IN MORTE DEL PORDENONE [pp. 671-685] POESIA LATINA DEGLI AMALTEO [pp. 687-716] GIOCASTA, UN VOLGARIZZAMENTO EURIPIDEO DI LODOVICO DOLCE (1549) [pp. 717-739] «MEMBRANE ARCHINTI» UN FRAMMENTO DEL FILOCOLO RECUPERATO DA PIETRO MAZZUCCHELLI [pp. 741-768] NOTES ON THE EARLIEST EDITIONS OF EUGENIUS OF TOLEDO: SOME MANUSCRIPTS THAT NEVER EXISTED [pp. 769-785] TRASFORMAZIONI DELL'ARCADIA ANTICA LA SABINA DI ORAZIO NELLA PITTURA DI JAKOB PHILIPP HACKERT [pp. 787-803] LA QUESTIONE DELL'ETIMOLOGIA DEL LESSEMA ITALIANO NICCHIA [pp. 805-807] EZIO FRANCESCHINI E ROBERT WEBER L'EDIZIONE DELLA PEREGRINATIO AETHERIAE [pp. 809-819] EZIO FRANCESCHINI "PROFUGO DA TOLENTINO" E IL PROGETTO DI EDIZIONE DEL PROCESSO DI CANONIZZAZIONE DI S. NICOLA [pp. 821-851] EZIO FRANCESCHINI E L'EDITRICE VITA E PENSIERO [pp. 853-870] CRONACA PRESENTAZIONE DEGLI STUDI IN MEMORIA DI AGOSTINO SOTTILI (MILANO, UNIVERSITà CATTOLICA, 7 DICEMBRE 2005) [pp. 871-893] NEL CENTENARIO DELLA NASCITA DI EZIO FRANCESCHINI [pp. 895-926] RECENSIONI Review: untitled [pp. 927-934] Review: untitled [pp. 934-938] Review: untitled [pp. 938-940] Review: untitled [pp. 940-950] Review: untitled [pp. 950-951] Review: untitled [pp. 951-953] Review: untitled [pp. 953-956] Review: untitled [pp. 956-963] Review: untitled [pp. 963-964] ANNUNZI BIBLIOGRAFICI Review: untitled [pp. 965-966] Review: untitled [pp. 966-967] Review: untitled [pp. 967-969] Review: untitled [pp. 969-970] Review: untitled [pp. 970-971] Review: untitled [pp. 971-972] Review: untitled [pp. 972-973] Review: untitled [pp. 973-974] Review: untitled [pp. 974-976] Review: untitled [pp. 976-977] Review: untitled [pp. 977-978] Review: untitled [pp. 978-979] Review: untitled [pp. 979-979] Review: untitled [pp. 979-980] Review: untitled [pp. 980-980] Review: untitled [pp. 980-980] Review: untitled [pp. 981-981] Review: untitled [pp. 981-981] Review: untitled [pp. 981-982] Review: untitled [pp. 982-982] Review: untitled [pp. 982-983] Review: untitled [pp. 983-984] Review: untitled [pp. 984-986] LIBRI RICEVUTI [pp. 987-989] [Correction]: AETIO FRANCESCHINI AB EIVS DIE NATALI REVOLVTO SAECVLO QVI FVERE DISCIPVLI QVIQVE SVNT DISCIPVLORVM ALVMNI ARTIVM FACVLTAS CVNCTA QVAM REXIT VNIVERSITAS DOCTRINAE SAPIENTIAE CHRISTIANAE FIDEI MAGISTRO HANC ANNVAM STVDIORVM SYLLOGEN CAELITVS INSPECTVRO DICANT DONANTQVE [pp. 997-997] Back Matter